Articolo di approfondimento a cura del Dott. Battistini direttore sanitario del CMA
La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) interessa tra il 10 e il 15% delle donne in età fertile e comporta rischi metabolici significativi, amplificati dalla presenza di insulino-resistenza e obesità. Questi fattori non solo aumentano la probabilità di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari, ma complicano anche la gestione clinica quotidiana. La perdita di peso rappresenta quindi un obiettivo primario, ma gli interventi tradizionali mostrano spesso risultati limitati e temporanei. Proprio per questo, alcuni scienziati hanno deciso sperimentare programmi di gestione intensiva del peso, monitorandone gli effetti nel tempo. I risultati sono stati descritti in un recente articolo pubblicato su Current Obesity Report.
Programmi intensivi di gestione del peso
Lo studio londinese analizza il ruolo dei programmi di gestione intensiva del peso e degli agonisti del recettore GLP-1 nella riduzione dei rischi metabolici nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico. La revisione sottolinea sia le opportunità terapeutiche, che le lacune di evidenza scientifica specifiche per questa popolazione. I programmi di gestione intensiva del peso (Intensive Weight Management Programmes, IWMPs), che possono includere la sostituzione totale della dieta o percorsi fortemente strutturati, hanno dimostrato di garantire cali ponderali significativi e duraturi, mediamente tra il 5 e il 15% del peso corporeo in uno-due anni. Oltre alla riduzione del peso, questi programmi migliorano parametri metabolici come pressione arteriosa, controllo glicemico e profilo lipidico. Tuttavia, le evidenze specifiche sulle donne con PCOS restano limitate, rendendo necessaria una valutazione più approfondita in studi mirati a questa popolazione.
Gli agonisti del recettore GLP-1:
Gli agonisti del recettore del GLP-1 rappresentano oggi una delle opzioni farmacologiche più efficaci nella gestione dell’obesità. Molecole come la semaglutide hanno evidenziato perdite di peso medie del 10-15% in uno-due anni, con benefici aggiuntivi su sensibilità insulinica e metabolismo glucidico. Nei primi studi condotti su donne con PCOS, questi farmaci sembrano migliorare anche la regolarità mestruale, suggerendo un effetto positivo sull’equilibrio endocrino oltre che metabolico.
Sfide e prospettive future
Nonostante i risultati promettenti, le evidenze specifiche sulla popolazione con PCOS rimangono insufficienti. Le donne con sindrome dell’ovaio policistico presentano una complessità metabolica unica, in cui l’obesità e l’insulino-resistenza si intrecciano con disfunzioni ormonali. Studi clinici mirati sono essenziali per definire sicurezza, efficacia e sostenibilità a lungo termine sia dei programmi intensivi di gestione del peso sia degli agonisti del GLP-1 in questa popolazione. In attesa di dati più robusti, gli esperti suggeriscono di integrare approcci farmacologici e comportamentali in percorsi personalizzati, mirando non solo alla riduzione del rischio metabolico, ma anche a migliorare la qualità della vita e la fertilità delle donne con PCOS.