Il report “I numeri del cancro in Italia 2022”, stima che in Italia, nel 2022, ci siano state circa 55.700 nuove diagnosi di tumore al seno nelle donne, con un incremento del 0.5 % rispetto al 2020.
Mediamente, una donna ha il rischio del 10-12% di ammalarsi di tumore al seno, e questa percentuale cambia molto tra le diverse fasce d’età.
E’ bene esserne a conoscenza per imparare a prevenire questa malattia.
[Fonte: Report “I numeri del cancro in Italia 2022, creato con la collaborazione tra AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), AIRTUM (Associazione Italiana registri tumori), Fondazione AIOM e PASSI (Progressi nelle aziende sanitarie per la salute in Italia].
La prevenzione
Secondo il Ministero della Salute dagli anni ‘90 si assiste ogni anno ad una diminuzione del tasso di mortalità dello 0,8% proprio grazie ad una maggiore diffusione dei programmi di prevenzione.
“E’ molto importante eseguire una corretta prevenzione nei confronti di questo tumore, perché, se preso all’inizio del suo decorso, si può applicare un trattamento precoce e aumentare le possibilità di una risoluzione totale”. Queste le parole del Dott. Battistini, direttore sanitario del Centro Medico Arenzano, nonché medico chirurgo con documentata esperienza in senologia e chirurgia senologica
Esistono diverse pratiche ed esami indispensabili ad una corretta prevenzione del tumore della mammella. La donna adulta, potrà quindi affidarsi ad uno specialista ma anche l’autovalutazione, periodica e costante, è di valido aiuto.
I medici consigliano, in base all’età della paziente, di eseguire le seguenti azioni diagnostiche, al fine di condurre una prevenzione efficace:
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L’autopalpazione
l’autopalpazione è il primo passo che si può compiere per una giusta prevenzione. Aiuta a conoscere l’aspetto del proprio seno in modo da riconoscere qualsiasi eventuale mutamento.
E’ consigliabile eseguire questa tecnica una volta al mese dai 20 anni in su.
Bisogna scegliere il momento giusto, perché il seno può subire delle trasformazioni causate dai livelli ormonali che possono invalidare l’autopalpazione.
Il momento ideale corrisponde a una settimana dopo la fine del ciclo mestruale, quando il seno è meno turgido e dolorante.
L’autopalpazione è un esame fai-da-te che consiste in due fasi: l’osservazione e la palpazione vera e propria.
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Osservazione
L’osservazione si pratica di fronte allo specchio e osservando le mammelle, per verificare che non ci siano irregolarità nella forma del seno o cambiamenti nel colore della pelle o del capezzolo.
Bisogna ricordarsi che le mammelle non sono quasi mai identiche tra di loro, ma hanno comunque un profilo regolare.
Questa osservazione va ripetuta con le braccia lungo i fianchi, con le braccia alzate portando le mani dietro la nuca e anche con le braccia che stringono i fianchi.
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Palpazione
A questo punto, dopo un’attenta analisi visiva, si passa alla palpazione vera e propria del seno.
Durante la palpazione bisogna prestare molta attenzione ad alcuni aspetti delle mammelle:
- cambiamenti di forma e dimensioni;
- presenza di protuberanze nella zona del seno o nella zona ascellare;
- presenza di uno o più noduli;
- variazioni nell’aspetto del capezzolo e dell’areola;
- infiammazioni, arrossamenti, gonfiori della cute e dell’areola;
- dolore nella zona del seno o nella zona ascellare.
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La visita senologica
La visita senologica è un esame completamente indolore e senza l’utilizzo di strumenti che pratica il medico senologo per verificare la presenza di patologie delle mammelle. E’ consigliabile fare almeno una visita senologica prima dei 40 anni, e successivamente 1 volta all’anno.
Durante la visita il dottore raccoglierà informazioni per formulare l’anamnesi e poi procederà alla palpazione del seno. Nel caso trovasse qualche possibile malformazione o segnale indicherà alla paziente la radiografia mammaria o l’ecografia mammaria.
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La mammografia
Uno degli esami diagnostici che si possono effettuare per una corretta misura precauzionale del tumore al seno è la mammografia.
L’esame mammografico consiste in una radiografia del seno a basse radiazioni (quindi non dannose), dove le mammelle vengono pressate tra due piastre.
Questa radiografia offre una valutazione morfologica e strutturale del seno e consente quindi di individuare potenziali malformazioni tumorali.
Questo esame è fondamentale quando si parla di prevenzione del tumore al seno perché permette di identificare anche lesioni di piccole dimensioni, e permette quindi di poter procedere velocemente all’individuazione del piano terapeutico più adatto.
Di solito è indicato iniziare con la mammografia dopo i 40 anni perché il seno inizia il suo processo di involuzione e quindi consente le migliori condizioni per lo studio .
Quando il seno e molto denso, e’ quasi sempre indicato associare la ecografia mammaria al fine di incrementare la sensibilità diagnostica dei due esami
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L’ecografia mammaria
Un’altra procedura per la prevenzione del tumore al seno è l’ecografia mammaria, un esame diagnostico anche questo non invasivo e completamente indolore. Tramite una sonda a ultrasuoni si analizzano i tessuti ghiandolari del seno (osservando noduli, cisti o altre patologie).
Questo esame viene indicato alle donne più giovani, di solito fino ai 40 anni, perché hanno un tessuto ghiandolare più denso, oppure viene eseguito sulle donne in gravidanza, per evitare di esporle ai raggi X della classica radiografia mammaria.
I tipi di tumore al seno
Quando si parla di tumore al seno, si pensa che sia una sola la tipologia di cancro presente, ma in realtà ci sono molte tipologie di tumore.
I tumori al seno si possono classificare in base ad alcuni fattori e la classificazione viene stabilita dal referto istologico, grazie al quale si può conoscere la natura del tumore e stabilire piano di cura più mirato e ottimale per il tipo di tumore da trattare.
La prima classificazione che si può fare è quella riguardante il grado di invasività del tumore.
- tumori non invasivi (in situ o benigni), ovvero che non coinvolgono altri organi o tessuti oppure
- tumori invasivi (infiltranti o maligni), che quindi non colpiscono solo il tessuto mammario ma si espandono a tutto l’organismo.
Viene poi definito il grado istologico del tumore al seno, che è un parametro numerico per indicare quanto le cellule maligne siano mutate rispetto a quelle normali. Il grado più aggressivo è il 3.
Un’altra distinzione dei tumori al seno riguarda l’evoluzione del tumore, ovvero la sua estensione rispetto a dove si è generato. Questa classificazione si fa in base allo stadio del tumore, non alla sua grandezza (un tumore grande non è necessariamente più grave), ma si calcola in base al coinvolgimento di altri linfonodi o organi.
Esistono 5 stadi di evoluzione del tumore, indicati con numeri che vanno da 0 a 4:
- Stadio 0: il tumore non è invasivo, quindi non sono presenti metastasi;
- Stadio 1: il tumore si trova in fase iniziale (non più di 2 cm) e non si è ancora esteso ai linfonodi ascellari;
- Stadio 2: è un tumore tra i 2 e i 5 cm oppure che si è esteso ai linfonodi ascellari;
- Stadio 3: il tumore si è diffuso alle aree linfonodali e si è quindi esteso;
- Stadio 4: si presentano delle metastasi lontano dal punto di origine del tumore, ed è il caso più grave.
Raccomandiamo alle pazienti del nostro Centro Medico di effettuare periodicamente un’anamnesi di prevenzione e di rivolgersi ad un medico con tempestività nel caso si notino cambiamenti nell’aspetto e nella consistenza del seno.